Un pomeriggio caldo, di quelli che obbligatoriamente un quattordicenne deve passare in Chiesa per il rito della 'dottrina domenicale', obbligato dai genitori.
Giusto il tempo per guardare la partenza del Gran Premio di San Marino, ad Imola. L'ultima chance per il mio campione, il mio idolo, di riaprire il mondiale. Solo una vittoria potrà colmare leggermente il divario dei 20 punti tra Ayrton Senna da Silva e Michael Schumacher.
E lui, come nei primi due GP, parte in pole position.
E' inutile che mi impegni a raccontare l'incidente, il piantone dello sterzo che si spezza alle ore 14:17 di quel giorno. E nemmeno che quel tragico fine settimana non terminò a quella Curva del Tamburello. La corsa doveva finire, è finita. Michael Schumacher vinse con la sua Benetton Ford, Flavio Briatore riuscì addirittura nei box a 'fare il pugnetto' in segno di vittoria.
Ma niente sarebbe stato più come prima.
Io uscii di casa piangendo mentre mi recavo in Chiesa. Non dissero nulla, alla televisione, se non che l'incidente era grave, che Ayrton non era cosciente.
Rispetto alle abitudini non mi fermai con gli amici dopo la 'dottrina' ma me ne tornai a casa. I miei genitori non erano in casa e cominciai, davanti ad una brioches ed un succo a girare canali per avere notizie. Nulla.
Fino alle 18:40. Una dottoressa dell'ospedale di Bologna. Ayrton era morto. Fine della corsa. Fine di un sogno. Fine di rimonte pazzesche, di giri al limite dell'umano.
Fine di un sogno del me bambino e delle sue macchine BBURAGO che gelosamente tenevo sulle mensole della mia camera.
Nessuno mai come lui.
Non metterò alcuna fotografia o video di quel drammatico 1 Maggio 1994.
Soltanto quattro momenti di trionfi della sua carriera, quattro capolavori ancora oggi inarrivabili.
Lo voglio ricordare così.
Perchè, se è vero che il tempo distrugge ogni cosa, non potrà mai farlo con gli uomini buoni, con gli uomini che hanno emozionato il mondo intero rischiando la propria vita.
In fondo, per noi era uno spettacolo, trascorrere il tempo libero quello di guardare una gara di Formula1. Lui, con tutti i colleghi, rischiavano la vita ad ogni curva.
Fino a quel giorno, ad Imola.
Ciao Ayrton.
Con le lacrime agli occhi e tutto il mio cuore da quattordicenne cresciuto.
Toleman 184 Hart - Lotus 97T Renault - Lotus 99T Honda - McLaren MP4/4 Honda - McLaren MP5/5 Honda - Williams FW16 Renault
Gran Premio di Monaco 1984 - La prima vera impresa di Ayrton, giovane debuttante in Formula1.
Gran Premio del Portogallo 1985 - Estoril - Un missile nero squarcia la pioggia, la prima vittoria di Ayrton a bordo della Lotus.
Gran Premio del Brasile 1991 - Interlagos - Ayrton vince per la prima volta in patria con gli ultimi quindici giri effettuati con soltanto due marce. Le urla di dolore e un sogno raggiunto.
Gran Premio del Regno Unito 1993 - Donnington - Il primo giro entrato nella storia e la superiorità sul bagnato.
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