A causa della mia enorme passione per le imprese legate agli
sport, come già evidenziato in alcuni miei articoli di questo blog, spesso mi
imbatto nella rete per leggere di personaggi, partite o avvenimenti che hanno
legato sentimentalmente l’autore con quello specifico evento.
Giocatori che hanno fatto la storia del proprio club o della
propria nazionale che poi non hanno trovato particolare fortuna nelle loro
carriere ma che grazie ad un evento, una situazione o un semplice gol sono
entrati nell’olimpo del calcio o, nel caso di piloti, della Formula 1.
Ci si è dimenticati, però, di una favolosa cavalcata di un
club inglese che alla fine degli anni settanta ha regalato ai propri tifosi e
agli appassionati di tutto il mondo che nulla è impossibile.
Il Nottingham Forest Football Club nasce nel 1865, tre anni
dopo la fondazione del primo club della città, il Notts County. Quest’ultimi
vengono definiti dai cittadini di Nottingham la ‘squadra dei padroni’ in quanto
finanziati dai primi imprenditori locali della zona. La popolazione li accusa
immediatamente di mettere in campo calciatori che, in realtà, sono operai
sfruttati dalle fabbriche dell’industria inglese.
Così, tre anni dopo, un gruppo di cittadini si prodiga
nell’organizzazione di una nuova società calcistica che permetta a tutti di
giocare a calcio in città. Il Nottingham Forest scende in campo per la prima
volta con una maglietta rossa definita ‘Garibaldi Red’, in onore del generale
Giuseppe Garibaldi e delle sue camicie rosse.
Il Nottingham viene promosso nel 1892 per poi riservarsi
all’interno della Premier League un ruolo da comprimario. Spesso retrocede
nella Championship League (la nostra serie B) e la vera passione è
rappresentata dai propri tifosi, sempre fedeli ai propri colori,
indipendentemente dalla categoria nella quale militi la propria squadra.
La svolta avviene nel 1975 quando viene chiamato
l’allenatore Brian Clough, in rotta con gli eterni rivali del Derby County.
Clough è figlio di operai di Middlesbrough, tifosissimo del
Derby County e di spiccate idee comuniste e, dopo una parentesi da calciatore
nel Sunderland con due presenze nella nazionale inglese, diventa allenatore nel
1965 e ricevendo subito numerose attenzioni da parte della stampa Britannica.
Clough, infatti, schiera nella formazione di seconda divisione (la piccola
Hartlepools United) ben quattro attaccanti, rivoluzionando il sistema di gioco
fino a quel momento utilizzato.
Soltanto due anni dopo, nel 1967, realizza il sogno della
sua vita e viene chiamato dalla dirigenza del Derby County a guidare la
formazione in Premier League.
Nel 1972 riesce nell’impresa di vincere il campionato (ad
oggi l’unico nel palmares del Derby) e di qualificarsi alla Coppa dei Campioni
1972/1973.
Clough raggiunge le semifinali incantando l’Europa con un
gioco molto vario, brioso e responsabilizzando i propri giocatori ad avere un
carattere a dir poco agressivo.
Eliminate le formazioni dello Zeljeznicar, del Benfica e
dello Spartak Trnava, il Derby County trova la Juventus dell’allenatore
Ceco Vicpalek.
A Torino la
Juventus passa in vantaggio con il solito Altafini al 27esimo
ma due minuti dopo Hector rimette il risultato in parità. La rete fuori casa
proietta il Derby verso la semifinale di ritorno ma al 66esimo Franco Causio
segna il 2-1 in
evidente posizione irregolare. Clough scatta dalla panchina, inveisce contro
arbitro e dirigenza bianconera e viene espulso. All’ 84esimo Altafini bisserà
il risultato sul 3-1 finale.
Nella sala stampa del dopo partita Clough è una furia e
pronuncia la frase che farà storia:
‘I’ll not
talk to any cheating bastards!’ (Non voglio parlare con nessun bastardo impostore).
L’allenatore continuerà nei giorni successivi ad accusare la Juventus e la sua
dirigenza definendoli ‘Imprenditori fascisti’ e ‘Corrotti’. La UEFA aprì un’inchiesta che
portarono una squalifica di tre mesi a Clough.
Nel match di ritorno il Derby impattò 0-0 e fu eliminato
dalla Coppa dei Campioni.
Al termine del campionato la dirigenza licenziò Clough, i rapporti
si incrinarono definitivamente fino a che venne definito ‘arrogante e
presuntuoso’.
‘Dico quello che penso, io vengo dal popolo, devo dare forza
ai miei giocatori con tutta la mia voce. E non ha vinto la squadra più forte ma
la più disonesta’.
Dopo due anni trascorsi anonimamente alla guida del Brighton&Hove
Albion e al Leeds United nel 1975 ecco la proposta del Nottingham Forest.
La lunga avventura si concluse dopo 18 lunghissimi anni
(1993).
Brian Clough vuole una rivalsa. Chiede alla società del
Nottingham Forest calciatori giovani e con carattere, giocatori che possano
conquistare un posto nella nazionale inglese.
Basteranno soltanto tre anni per portare il Nottingham sul
tetto d’Inghilterra. Nel 1978 il Forest si dichiara campione della Premier
League per la prima (ed unica) volta nella sua storia assicurandosi la
partecipazione alla Coppa dei Campioni del 1979.
Il sorteggio è, però, crudele. Immediatamente al primo turno
(i sedicesimi di finale) l’avversario designato è il Liverpool campione in
carica. Un derby fratricida che la stampa giudica a senso unico. Clough non si
perde d’animo, anzi, la Coppa
deve essere la sua rivincita personale a quello che sei anni prima aveva
interrotto i suoi sogni, le sue speranze.
Si sente ancora defraudato di quella finale sfumata con il
Derby County.
E il 13 Settembre 1978 il Forest distrugge sotto tutti i
punti di vista la corazzata Liverpool con le reti di Birtles e Barrett e, nel
feudo dei reds, porta a casa uno 0-0 decisivo al ritorno assicurandosi uno storico
passaggio del turno.
Nei turni successivi vengono letteralmente distrutte l’AEK
Atene, il Grasshopers e la fortissima compagine tedesca del Colonia con Birtles
assoluto mattatore e il giovane portiere Peter Shilton vera rivelazione del
torneo.
In finale c’è il Malmo allenato dall’inglese Bob Houghton.
Il 30 Maggio 1979
a Monaco di Baviera è Trevor Francis a realizzare la
rete decisiva al minuto 46. E’ l’apoteosi le camicie rosse sono sul tetto
d’Europa guidate da un allenatore-operaio che ha reso la favola realtà.
Brian Clough e i suoi Garibaldi Reds non si accontentano.
L’anno dopo hanno una Coppa dei Campioni da difendere.
Se diventare Campioni d’Europa sembrava impossibile
immaginiamoci ripetersi.
Il percorso fu netto, di nuovo. Senza mai un intoppo la
finale venne raggiunta i scioltezza.
Le punte Bowyer e Francis sono immarcabili e Osters, Arges
Pitesti, Dinamo Berlino ed il fortissimo Ajax vengono spazzati via.
Il 28 Maggio 1980 al Santiago Bernabeu di Madrid la finale è
Nottingham Forest- Amburgo.
I tedeschi favoritissimi da una compagine indistruttibile e
concreta. Ma come l’anno precedente a Monaco, Shilton para tutto il possibile e
la ‘punta nascosta’ durante la competizione realizza il gol vittoria. Al minuto
21 è John Robertson a fissare il risultato che regalò la seconda incredibile
Coppa dei Campioni ai Garibaldi Reds.
Alle due competizioni il Forest di Clough aggiunse la Supercoppa Europea
del 1979 vinta ai danni del Barcellona mentre perse quella dell’anno successivo
per mano del Real Madrid.
Al termine di lunghi diciotto anni, Clough lasciò il club
nel 1993. Ad oggi vero e proprio idolo della tifoseria e della città, si ritirò
per diventare commentatore televisivo.
Morì nel 2004
a causa di un tumore mentre nel 2009 è stato presentato
un documentario nella sua lunga carriera.
Il Forest, invece, milita da anni nella Championship League
Inglese non riuscendo ad effettuare il salto di qualità necessario per
partecipare alla Premier League da oramai troppo tempo.
Rimane la favola appena raccontata, storie d’altri tempi e
di un calcio che oramai non c’è più, mangiato dal business e dalle televisioni.
Monaco di Baviera- Olympiastadion 30.05.1979
NOTTINGHAM FOREST - MALMO
FF 1-0 (’46 Francis)
NOTTINGHAM FOREST (4-2-4)
Shilton –
Anderson, Lloyd, Burns, Clark – McGovern, Woodcock – Francis, Bowyer, Birtles,
Robertson – Allenatore Brian Clough
MALMO FF (4-4-2)
Moller – R.
Andersson, M. Andersson, Tapper, Erlandsson – Ljungberg, Jonsson, Prytz,
Hansson – Cervin, Kinnvall – Allenatore Bob Houghton
Madrid
– Santiago
Bernabeu 28.05.1980
NOTTINGHAM FOREST – HAMBURGER
SV 1-0 (’21 Robertson)
NOTTINGHAM FOREST (4-2-4)
Shilton –
Anderson, Lloyd, Burns, Gray – McGovern, O’Neill – Mills, Bowyer, Birtles,
Robertson – Allenatore Brian Clough
HAMBURGER SV
(4-3-3)
Kargus –
Kaltz, Buljan, Jacobs, Nogly – Hieronymus, Memering, Reimann – Magath,
Milewsky, Keegan – Allenatore Branko Zebec
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