Il 12 febbraio scorso durante la prima serata del sempre caratteristico ed inflazionato Festival di Sanremo abbiamo assistito allo spettacolo di Stefano e Federico, una coppia di omosessuali costretti ad emigrare a New York per sposarsi.
Per rivendicare il diritto al matrimonio tra coppie dello stesso sesso nel nostro arretrato e becero paesello, i due hanno deciso di rimanere in silenzio ed esprimersi attraverso dei cartelli. Sicuramente un momento emozionante, non è sempre facile mettere in mostra i propri sentimenti ed il proprio amore a maggior ragione quando si è a conoscenza che milioni di eurospettatori sono pronti a spararti addosso. Per chi se lo avesse perso, ecco un video riassuntivo (l'originale non si trova in youtube per via dei diritti tv, ma questo è un altro discorso) dei due ragazzi innamorati:
Nelle giornate successive abbiamo assistito alla solita, ovvia pantomima delle varie istituzioni e rappresentanti politiche, la Chiesa in prima fila. Dell'amore di Stefano e Federico, del loro diritto di amarsi, sposarsi e vivere insieme non è rimasta la minima traccia.
E' rimasto soltanto un pessimo video di quei fascisti di Fratelli D'Italia in piena campagna elettorale ma, di questo, non voglio nemmeno parlare.
Il 22 marzo 1967 Bob Dylan pubblicava il suo quinto album dal titolo 'Bringing It All Back Home', un album nuovo, frizzante ed estremamente blues.
Il disco si apriva con un concentrato di blues pazzesco; due minuti e ventuno secondi di assoluta frenesia, questo era 'Subterranean Homesick Blues'. Il brano fu accompagnato da un video passato alla storia come la prima vera forma di comunicazione politica nel mondo della musica e soprattutto nelle canzoni di protesta. Bob Dylan, completamente in silenzio, in un contesto molto tetro, regge nelle sue braccia un plico di fogli con scritte a pennarello delle parole, quelle più importanti del suo blues.
Il blues nostalgico dei sotterranei, la disperazione di un uomo che denuncia le cattiverie dell'umanità, cane che mangia cane. L'amore dimenticato nei bassifondi, l'amore completamente asciugato dalle altre nefandezze e facezie. L'amore ed i rapporti sociali invasi dal capitalismo e dal consumismo e dalla rivoluzione industriale applicata, come la fabbrica alle spalle di Bob Dylan.
E allora godetevelo tutto, questo concentrato di rabbia, innovazione e nostalgia e pensaci su, concittadini, sono passati quarantasei lunghi anni tra il disco di Dylan e Stefano e Federico in Sanremo.
Denunciano le stesse cose: l'impossibilità di amarsi in un paese libero.
Buona visione e ricordate: il tempo distrugge ogni cosa.
Gustose e interessantissime pillole di cultura musicale per gli analfabeti come me: vai cosi' Franci!
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