sabato 14 giugno 2014

Trenord S.p.a. - I Treni della Vergogna



Ho deciso di espormi in questo modo perchè la pazienza ha un limite, soprattutto quando di mezzo c'è la salute. Non ho avuto alcun problema ad inviare la mia lettera agli organi di stampa locale, oltre che alla dirigenza di Trenord. La società colpevole di mettere a repentaglio ogni giorno la salute di migliaia di pendolari delle tratte Lombarde. Non si possono più accettare questi abusi di potere da parte di Dirigenti inetti ed incredibilmente sfacciati, immersi nel loro vergognoso silenzio. Uomini senza dignità che sanno solo ricevere il lauto stipendio ogni mese, uomini che hanno venduto tutto - treni, carrozze ed etica - a privati che hanno reso il servizio ferroviario e dei trasporti in condizioni da terzo mondo.
Per questi motivi pubblico apertamente anche sul mio blog la mia missiva, comparsa ieri 13.06.2014 sul sito on-line di Bergamonews.

I Lombardi devono capire chi hanno votato, chi si riempie la bocca di parole come 'Prima il nord' oppure 'La Lombardia dell'eccellenza' che da più di vent'anni governano una regione collusa e con forte presenza mafiosa. 
E' l'ennesima conferma di quanto è controproducente privatizzare i servizi, di quanto la qualità della vita psico-fisica delle persone è messa in serio repentaglio per condizioni igienico-sanitarie sempre peggiori. 

Vi auguro buona lettura e spero che possiate divulgare le mie parole, per cercare di cambiare qualcosa e di chiedere in blocco le dimissioni di questi personaggi, inetti messi al servizio di pochi, e non dei cittadini.
Spero che il tempo possa distruggere la vostra mancanza di dignità.



Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un pendolare di Trenord, deluso e arrabbiato per il trattamento riservato a lui e a tanti altri passeggeri che ogni giorno si recano a Milano per lavoro. Le parole scritte da Francesco Villa si commentano da sole.

"Dirigenti di Trenord,

provate a viaggiare
sui treni improponibili"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un pendolare di Trenord, deluso e arrabbiato per il trattamento riservato a lui e a tanti altri passeggeri che ogni giorno si recano a Milano per lavoro. Le parole scritte da Francesco Villa si commentano da sole.
Ecco la lettera integrale.
Spett.li dirigenti di Trenord,
sono un pendolare della tratta Bergamo-Milano Porta Garibaldi e ho finalmente deciso a scrivervi dopo molti anni nei quali ho dovuto subire innumerevoli disservizi e ho dovuto assistere a scene da terzo mondo. Ho deciso di scrivervi perchè non mi basta nemmeno più leggere le continue lettere di protesta e gli episodi che accadono sulle vostre linee ferroviarie sulla stampa locale, regionale e nazionale.
Da circa una settimana i treni in partenza tra le 16:23 e le 18:23 da Bergamo e diretti a Milano Porta Garibaldi sono letteralmente un rischio per la salute dei cittadini Italiani. Una vergogna allo stato puro. I treni sono composti da carrozze con i finestrini ermetici, di quelli che non si possono aprire perchè adibiti all'utilizzo dell'aria condizionata. Il problema è che l'aria condizionata non funziona. Le temperature raggiungono i 40 gradi con un umidità superiore al 100% e le persone, ripeto persone, sono costrette a viaggiare rischiando la salute. Non vi è bastato nemmeno l'aumento dei biglietti e degli abbonamenti che regolarmente paghiamo per trovare una soluzione a treni fatiscenti, a linee ferroviarie senza manutenzione.
Siete voi i responsabili. Siete coinvolti in prima persona e ora sono ad invitarvi a metterci la faccia. Dovete uscire dai vostri uffici rinfrescati e venire a viaggiare con noi. Alzatevi da quelle sedie e venite a viaggiare con noi. Che cosa state aspettando, che ci scappi il morto? Ragazze che perdono i sensi, anziani signori che boccheggiano e chiedono aiuto ad altri passeggeri sperando che qualcuno abbia una bottiglietta d'acqua, capitreno inesistenti che non si muovono dalla prima carrozza. Sono situazioni da terzo mondo, voi che andate alla televisione e sui giornali a vantarvi della 'Lombardia dell'eccellenza'. Ma uscite allo scoperto, la realtà è un'altra cosa. Presentatevi a Bergamo nei caldi pomeriggi lombardi e semplicemente prendetevi un vostro treno. Quando scendete provatevi la pressione sanguigna e la temperatura corporea. Tra un pò dovrete mettere dei medici sui treni oltre alla sicurezza che accompagna il capotreno per fa scendere chi non paga il biglietto.
Ieri sera il mio corpo era ancora debole per il caldo e l'umidità folle assorbita durante la giornata. Io che ho 34 anni. Immaginatevi le persone più anziane di me. Non è possibile continuare in questo modo, dovete rispondere, dovete agire in fretta senza più giustificazioni. Perchè noi cittadini abbiamo ancora la dignità e la forza di indignarci davanti alle vostre mancanze, alla vostra mancanza di professionalità. Se non siete in grado di risolvere il problema andate a fare altro. Lo dico per voi, perchè avete distrutto la rete ferroviaria lombarda con la vostra cattiva amministrazione, andatevene alla svelta perchè le persone con dignità che vogliono semplicemente prendere dei mezzi pubblici decenti per andare a tornare dal posto di lavoro sono stanche. E state rovinando la salute di molti cittadini lombardi, altro che prevenzione.
Spero e mi auguro che qualche istituzione sia in grado di fare dei controlli igienici-sanitari sulle carrozze per dare termine a questo scempio e prima di evitare che accada veramente qualcosa di grave.
Francesco Villa

martedì 3 giugno 2014

Italia '90 - Argentina-Camerun 0-1, il Capolavoro dello sconosciuto Oman-Biyik




Per tutti gli appassionati di calcio nel mondo questi sono giorni di attesa per l’inizio del più grande evento internazionale dell’universo, la FIFA WORLD CUP che, quest’anno si svolgerà in Brasile.
Il Mondiale di calcio ha rappresentato per moltissime persone momenti indimenticabili: quanti di noi ricordano esattamente dove si trovavano e cosa stavano facendo nel momento in cui la propria nazionale si stava giocando la finale? Penso che ognuno di noi abbia un ricordo della propria vita, almeno uno, legato ad una partita di calcio.
Ci sono stati molti episodi nella storia dei mondiali di calcio decisivi, storici, epici ed entrati nella leggenda.
Inutile ora descriverli tutti ma spesso ci siamo emozionati nel sentire dai nostri padri i racconti di Messico 1970 durante quell’Italia-Germania 4-3. Oppure del Mundialito in Spagna nel 1982 del quale ancora si racconta della festa più grande del nostro paese con le strade prese d’assalto da tifosi, cittadini e persone di ogni classe sociale, tutti uniti in un’unica passione azzurra.
Oppure i più giovani che ricordano il famoso ‘Il cielo è azzurro sopra Berlino’ in quella notte tedesca del 2006.
Ma non ci sono state soltanto gioie e, soprattutto, spesso il calcio è andato oltre.
La politica a farla da padrone in quel famoso Argentina-Inghilterra a Messico 1986, la partita della ‘mano de Dios’ di Diego Armando Maradona. Una partita annunciata come una battaglia tra le due nazioni che si contendevano la supremazia politica delle Isole Falklands o Malvine. Oppure la dittatura Argentina del 1978, in quel mondiale nel quale i calciatori del Perù furono costretti dall’esercito a perdere 6-0 contro i padroni di casa argentini per permettere loro il passaggio come primi classificati nel girone.
Ma non voglio parlarvi di questo. I mondiali di calcio sono stati piene di storie da raccontare, personali, avvicenti, epiche.

La mia storia personale riguarda un momento che per me, ragazzino di dieci anni ancora ingenuo, mi fece capire che le imprese sono sempre possibili.
Era l’8 Giugno 1990 e da mesi non si parlava altro del Mondiale di calcio organizzato dall’Italia. Non potevo sapere, chiaramente, di tutte le polemiche scaturite dalla malavitosa organizzazione di quell’evento, a me interessavano soltanto le nazionali partecipanti, i giocatori convocati e l’enorme speranza di vedere l’Italia trionfare in casa propria, così come annunciato dalla stampa di tutto il mondo.
Conoscevo tutte le figurine a memoria, i campioni più accreditati.
Nel cortile del mio piccolo paese, in quell’inizio estate, una torrida estate, non si parlava d’altro. Tutti noi piccole pesti a tifare Italia, a sperare nelle parate di Walter Zenga, nelle imprese di Giuseppe Bergomi e Franco Baresi in difesa, nelle invenzioni a centrocampo dell’astro nascente Roberto Baggio e nei goal di Gianluca Vialli e della novità assoluta Salvatore Schillaci.
Giorni ad attendere l’inizio del Mundial, con la frenesia di vedere all’opera l’avversario più accreditato con il personaggio forse più odiato.
I campioni in carica dell’Argentina del giocatore più forte del mondo: Diego Armando Maradona.

E allora alle ore 18:00 di quell’8 Giugno 1990 i cortili si zittirono d’un tratto e tutti i miei coetanei si sintonizzarono su Rai Uno per ascoltare dalla voce di Bruno Pizzul l’inizio di quelle ‘notti magiche’. Nella partita inaugurale a Milano, in un San Siro stracolmo e tirato a lucido, Dieguito e la sua Argentina contro la vittima sacrificale Camerun, africani di buona volontà sconosciuti a tutti e soltanto alla seconda partecipazione in un mondiale.
Mia madre cominciò a preparare la cena mentre in pantaloncini e canottiera io e mio padre cominciammo a seguire l’incontro. I minuti passavano e la partita fu molto più ostile di quello che ci aspettammo. L’Argentina faceva fatica eccome, il Camerun (ribattezzato al termine di quello spettacolare mondiale ‘I leoni d’ Africa’) era ben messo in campo e soprattutto presentavano un possesso palla e dei fraseggi non da poco. Quasi brasiliani, questi africani. L’anziano portiere N’Kono guidava la difesa impostata da Tataw, Makanaki e Kana Biyik giostrano il centrocampo e le punte Roger Milla e Francois Oman-Biyik  facevano da punto di riferimento per la squadra.
Fine primo tempo. 0-0. Risultato a sorpresa tra i commenti del mio esperto padre ‘Tanto prima o poi gli argentini un gol lo fanno’ e tra le proposte di mia madre ‘Pasta al ragù o risotto giallo?’.
Tra una forchettata e l’altra ecco il secondo tempo. I giornalisti in studio RAI, nei loro commenti, pronti a scommettere su un 2-0 secco dell’Argentina, che era solo questione di tempo insomma. L’allenatore Carlos Bilardo aggiunse alle punte già in formazione (l’esperto Burruchaga e il rampante Balbo) anche l’attaccante dell’Atalanta Claudio Paul Caniggia per dare maggiore spinta all’attacco. Dietro di loro, le giocate magiche di Maradona, fino a quel punto ingabbiato da Kundè e Makanaki. Singolare per un campione di quel rango avere difficoltà a superare due sconosciuti del genere.
Ma il tempo passava e la cena proseguiva. M’immaginavo i miei amici dietro lo schermo cosa stessero pensando. In effetti il risultato che ne stava scaturendo era davvero sorprendente. Uno zero a zero che sembrava reggere senza alcuna emozione.
Mio padre cominciò a sperare in un pareggio, comunque inaspettato.
Ero arrivato alla frutta, una banana, quando al minuto 61 Maradona fu colpito alle spalle da una brutta entrata di Kana Biyik, centrocampista di sostanza. Per l’arbitro francese Vautrot nulla da eccepire, secondo giallo e quindi cartellino rosso.
Le speranze della nazionale Africana pronte a chiudersi, in dieci contro undici sembrò davvero impossibile contenere gli argentini.
Sulla punizione susseguente al fallo, Maradona puntò l’incrocio dei pali. Come una gazzella N’Kono volò all’incrocio negando un gol spettacolare al campione del Napoli.
Nulla di fatto.
I miei genitori prepararono, per loro, il caffè.

Un contrasto sul lato sinistro della metà campo, il rude difensore argentino Fabbri scalciò Makanaki lanciato sulla fascia. Punizione per il Camerun.
Minuto 65. Dalla punizione lo stesso Makanaki mise un pallone altissimo ed innocuo in mezzo all’area argentina.
Nulla di pericoloso insomma.
Di colpo mio padre smise di sorseggiare il caffè.
Un uomo molto alto con la maglia numero 7 stampata sulla schiena stacco in un modo incredibile, quasi disumano e colpì la palla violentemente di testa sovrastando Ruggeri e Sensini. La sfera arrivò bassa, quasi rasoterra e molto veloce e passò sotto le braccia del portiere argentino Pumpido.
Argentina Zero Camerun Uno.


Francois Oman-Biyik, fu lui ad insaccare con un salto pazzesco quel cross innocuo di Makanaki. I camerunensi festeggiarono sotto la curva sud, quella solitamente occupata dal Milan e i tifosi italiani esplosero in un boato. Davide che batte Golia, una favola che prese realtà.
Fu naturale in casa nostra urlare nel momento in cui la palla varcò la riga di porta del Meazza. Mio padre subito considerò che l’Argentina avrebbe rimontato facile, ora la partita si era finalmente aperta. Venticinque minuti più recupero per Diego e compagni per mettere a posto un mondiale partito male.
Nei restanti minuti N’Kono parò di tutto, fino ad un minuto dal termine, l’ottantanovesimo.
Maradona inventò un pallone pazzesco per il velocissimo Caniggia, lanciato a rete solo davanti a N’Kono.
Il centrocampista Massing non ci pensò due volte, al limite dell’area di rigore raggiunse il biondo attaccante e lo falciò senza alcuna remora. Cartellino rosso diretto, nove contro undici.
Ma un gol evitato.
Sulla punizione Maradona calciò fuori e San Siro esplose in un boato.
Pochi istanti dopo Vautrot fischiò la fine dell’incontro. 

Il Camerun fece un’impresa, una delle più importanti rimaste nella storia del Mondiale.

Undici sconosciuti africani regalarono un sogno ad un’intera nazione e al mondo intera.
Maradona, in ginocchio, non rideva più.
Francois Oman-Biyik fu portato in trionfo. 184 centimetri per 80 kg, una potenza fisica straordinaria e due piedi decisamente non raffinati.
Dalla serie B Francese con il suo Lavallois al mondiale italiano.
Fu il momento migliore della sua vita, fu dichiarato eroe nazionale camerunense.
La sua carriera proseguì in sordina e fece addirittura apparizione nel campionato italiano, nel 1997 alla corte della Sampdoria.
Un triste epilogo con soltanto 6 presenze e nessun gol.

La sera di quell’8 giugno nel cortile del mio piccolo paese i palloni non battevano contro i garage. 
Eravamo tutti seduti, fianco alle nostre biciclette, a parlare di ciò che avevamo assistito. Nessuno lo poteva prevedere, le notti magiche erano appena iniziate.
Tutte le sere, per un mese intero, giocammo con il tabellone del mondiale aperto, facendo un nostro torneo. Vinse, ovviamente l’Italia, in finale contro il Brasile.
Soffrimmo tutti quando lo stesso Maradona eliminò con la sua Argentina l’Italia in semifinale, Caniggia non perdonò la coppia Zenga-Ferri.
Furono poi i tedeschi, in finale, a vendicarci.

Quel giorno è ancora ricordato negli almanacchi di calcio come una delle imprese più incredibili della storia dei mondiali, quel giorno lo ricordiamo perché semplicemente eravamo felici.
Ingenui e contenti di ritrovarci ogni pomeriggio, ogni sera con poche cose e tanti sogni.

La felicità la si può apprezzare soltanto a distanza di molti anni.

 (Lo spettacolare gol di Oman-Biyik al 65esimo minuto di Argentina-Camerun 0-1)


(L'intera partita di Milano dell' 08.06.1990 - Argentina-Camerun 0-1)


giovedì 1 maggio 2014

01.05.1994 - La fine di un mito


Un pomeriggio caldo, di quelli che obbligatoriamente un quattordicenne deve passare in Chiesa per il rito della 'dottrina domenicale', obbligato dai genitori. 
Giusto il tempo per guardare la partenza del Gran Premio di San Marino, ad Imola. L'ultima chance per il mio campione, il mio idolo, di riaprire il mondiale. Solo una vittoria potrà colmare leggermente il divario dei 20 punti tra Ayrton Senna da Silva e Michael Schumacher
E lui, come nei primi due GP, parte in pole position.
E' inutile che mi impegni a raccontare l'incidente, il piantone dello sterzo che si spezza alle ore 14:17 di quel giorno. E nemmeno che quel tragico fine settimana non terminò a quella Curva del Tamburello. La corsa doveva finire, è finita. Michael Schumacher vinse con la sua Benetton Ford, Flavio Briatore riuscì addirittura nei box a 'fare il pugnetto' in segno di vittoria.
Ma niente sarebbe stato più come prima.

Io uscii di casa piangendo mentre mi recavo in Chiesa. Non dissero nulla, alla televisione, se non che l'incidente era grave, che Ayrton non era cosciente.
Rispetto alle abitudini non mi fermai con gli amici dopo la 'dottrina' ma me ne tornai a casa. I miei genitori non erano in casa e cominciai, davanti ad una brioches ed un succo a girare canali per avere notizie. Nulla.
Fino alle 18:40. Una dottoressa dell'ospedale di Bologna. Ayrton era morto. Fine della corsa. Fine di un sogno. Fine di rimonte pazzesche, di giri al limite dell'umano.
Fine di un sogno del me bambino e delle sue macchine BBURAGO che gelosamente tenevo sulle mensole della mia camera. 

Nessuno mai come lui.

Non metterò alcuna fotografia o video di quel drammatico 1 Maggio 1994.

Soltanto quattro momenti di trionfi della sua carriera, quattro capolavori ancora oggi inarrivabili.
Lo voglio ricordare così.

Perchè, se è vero che il tempo distrugge ogni cosa, non potrà mai farlo con gli uomini buoni, con gli uomini che hanno emozionato il mondo intero rischiando la propria vita.

In fondo, per noi era uno spettacolo, trascorrere il tempo libero quello di guardare una gara di Formula1. Lui, con tutti i colleghi, rischiavano la vita ad ogni curva.
Fino a quel giorno, ad Imola. 
Ciao Ayrton.
Con le lacrime agli occhi e tutto il mio cuore da quattordicenne cresciuto.

Toleman 184 Hart - Lotus 97T Renault - Lotus 99T Honda - McLaren MP4/4 Honda - McLaren MP5/5 Honda - Williams FW16 Renault


Gran Premio di Monaco 1984 - La prima vera impresa di Ayrton, giovane debuttante in Formula1.


Gran Premio del Portogallo 1985 - Estoril - Un missile nero squarcia la pioggia, la prima vittoria di Ayrton a bordo della Lotus.



Gran Premio del Brasile 1991 - Interlagos - Ayrton vince per la prima volta in patria con gli ultimi quindici giri effettuati con soltanto due marce. Le urla di dolore e un sogno raggiunto.




Gran Premio del Regno Unito 1993 - Donnington - Il primo giro entrato nella storia e la superiorità sul bagnato.


mercoledì 30 aprile 2014

30.04.1994 - Imola - La fine di un pilota che rincorreva il suo sogno





A volte non servono molte parole per esprimere quello che si ha dentro. 
A volte ci si ricorda esattamente ciò che si stava facendo in quel momento, in quell'attimo nel quale in diretta, alla televisione, tutto si era fermato.
Avevo soltanto quattordici anni, il ritorno da scuola il sabato e un piatto di pasta riscaldata mentre i pollini già mi provocavano dei gran stranuti.
Rai2 a tutto volume per le prove ufficiali del Gran Premio di Formula1 di San Marino, nel circuito Enzo e Dino Ferrari di Imola.
Un appassionato come me non poteva che essere collegato, con il pensiero fisso di vedere la Williams FW16 Renault di Ayrton Senna davanti a tutti per cercare di vincere il Gran Premio la domenica ed accorciare i punti di distacco da quel giovane tedesco, che già mi stava sulle scaltole, che portava il nome di Michael Schumacher.
Ma tutto questo non avrebbe avuto più senso da lì a poco dopo.

Un pezzo di metallo blu scuro, una bandiera rossa. Questi sono gli unici frammenti che ricordo, prima di vedere un casco biancorosso completamente piegato all'interno di una monoposto distrutta. Faticai a riconoscerla anche perchè mi pareva una di quelle F1 che, ad ogni GP, provavano invano a qualificarsi soltanto per disputare la gara la domenica.

Le immagini erano impietose. I soccorittori arrivarono immediatamente ma il sangue mi si era già gelato. Il replay fu ancora peggio. 
Alla curva Villeneuve la Simtek S941 Ford pilotata dall'austriaco Roland Ratzenberger prese letteralmente il volo ad una folle velocità di 314,9 km/h.
Il muretto ad attenderla prima di scivolare inerme sul rettilineo della Tosa.



Capii subito la tragedia. Per la prima volta nella mia vita stavo assistendo ad una morte in diretta, un ragazzo ucciso mentre stava facendo la cosa più bella della sua vita. Correre in Formula1.

E, appunto, non servono altre parole.

Oggi voglio solo ricordarlo, a vent'anni di distanza. 
Un ragazzo sconosciuto ai più che era riuscito ad arrivare in Formula1 dopo molta gavetta a bordo di una monoposto paragonabile ad un bidone motorizzato FORD, lenta ed assolutamente insicura.
Ma piuttosto di continuare nelle serie minori, Roland decise di tentare l'avventura con la Simtek che, fino all'anno precedente, costruiva macchine da cucire.

Ayrton lo voleva ricordare il giorno dopo portando una bandiera austriaca all'interno della sua Williams, da sventolare a fine gara.
I soccorritori troveranno la bandiera in ospedale e Ayrton non finirà mai quella gara, in quel fine settimana stregato.

Ecco Roland a bordo della sua Simtek il giorno precedente all'incidente mortale.
 
 
Il giorno precedente Rubens Barrichello, a bordo della sua Jordan 01 Hart, si schiantò contro le protezioni delle Acque Minerali salvandosi per miracolo.
Se la caverà con la frattura del setto nasale e di una costola.


Da quel giorno la sicurezza in F1 divenne un problema da affrontare immediatamante.

Da quel giorno Roland Ratzenberger riposa in Austria, dimenticato da tutti e da un mondo che sempre va più veloce.

Il suo sogno si interruppe bruscamente quel 30.04.1994. 
Il giorno toccò al più grande di sempre.

Il primo e il sogno dell'ultimo, uguali nella fine.

lunedì 17 marzo 2014

La Nuova Era della Formula 1 - Gran Premio d'Australia - Melbourne 14-15-16 Marzo 2014

La nuova era è cominciata. Una svolta epocale per il fantastico mondo della Formula1 e dei motori in generale. I motori V6 turbo hanno definitivamente soppiantato i V8 che fino a pochi mesi fa ci avevano abituato con il loro rumore completo, devastante ad ogni passaggio delle monoposto. Ora un piccolo sussurro ovattato, come quello dell'aspirapolvere casalingo, ci accompagnerà per molti anni di gare. 
In questo post invio i resoconti pubblicati sulla mia pagina facebook in merito all'andamento del primo Gran Premio di Formula1 2014, il primo di una nuova era. Cercherò di accompagnarvi in questo viaggio di emozioni, vicende umane sempre al limite con il pericolo che sfreccia  a più di 300 km/h.
Buona lettura e ricordate che, come sempre, il tempo distruggerà ogni cosa.
  
VENERDI' 14 MARZO 2014 - PROVE LIBERE

Primi aggiornamenti sulle prove libere del GP di Melbourne, Australia ossia l'inizio di una nuova era nella Formula1. Come al solito, chi già dava per morta la RedBull Racing Renault di quel genio di Adrian Newey deve già ricredersi dato che, volenti o nolenti, sono quarti con Sebastian Vettel e sesti con Daniel Ricciardo. 
Buona la Ferrari che con Fernando Alonso strappa il terzo posto dopo aver fatto registrare il miglior tempo nelle prime sessioni. 
Imprendibili le Mercedes di Lewis Hamilton e Nico Rosberg, probabilmente saranno le vetture che monopolizzeranno il mondiale. 
Male Kimi Raikkonen, nono tempo per lui. Benissimo le Williams Mercedes di Bottas e Massa (settimo e dodicesimo tempo dopo il secondo e il terzo delle prime sessioni). Malissimo le solite Caterham Renault e Marussia Ferrari, la Sauber Ferrari e completamente scomparse le Lotus Renault che se non modificheranno qualcosa rischieranno di non arrivare a fine stagione. Sorprendenti le Toro Rosso Renault date per morte in avvio ma che piazzano Vergne undicesimo. Benino le Mclaren Mercedes. A domani con le qualifiche ufficiali.

(Lewis Hamilton - Mercedes W05)

 SABATO 15 MARZO 2014 - PROVE UFFICIALI


In attesa della gara prevista per domattina ore 07:00 ecco le impressioni dopo la prima pole position della stagione. La pioggia ha fatto da padrone negli ultimi dodici minuti delle prove e, come pronosticato dal sottoscritto ieri, il più veloce è stato Lewis Hamilton con la sua freccia d'argento Mercedes. 
E' sembrato davvero imprendibile e le previsioni per la gara lo danno sicuramente favorito. 
Si strozza in gola l'urlo degli australiani che erano pronti a festeggiare il connazionale Daniel Ricciardo, ottimo secondo all'esordio sulla sua Red Bull Racing. 
Surclassato il campione del mondo Sebastian Vettel, sembrato in crisi, che fatica a trovare il feeling con la vettura. 
Nico Rosberg, ottimo terzo, resta l'unico in grado di impensierire il compagno nella gara di domani. 
Sicuramente da elogiare Kevin Magnussen che con una sorprendente McLaren Mercedes ottiene un fantastico quarto posto davanti ad un abulico Fernando Alonso su Ferrari. Nota di merito anche per Nico Hulkenberg che con la sua Force India Mercedes si piazza settimo, distruggendo il compagno di squadra Ceco Perez, sedicesimo. 
Un pò di Italia la troviamo al sesto e all'ottavo posto con le Toro Rosso Renault che sono la vera sorpresa delle qualifiche. 
Dispiace, invece, trovare a centro classifica campioni come Jenson Button, Kimi Raikkonen e Felipe Massa che potevano sicuramente ottenere di più. 
Bottas, con la seconda Williams Mercedes, partirà quindicesimo per avere sostituito il cambio prima delle qualifiche. Citiamo anche Kamui Kobayashi che dopo un anno di assenza dal circus porta la Caterham Renault ad uno storico quattordicesimo tempo. 
Che cosa dire delle Lotus Renault. 
Clamorosamente e tristemente ultime, mai in gara con Grosjean e Maldonado che hanno esplorato i campi dell'Albert Park più di una volta. 
 A domani per la gara, buon inizio di stagione a tutti.
Ecco la Prima Fila di Melbourne.


 (Lewis Hamilton - Mercedes W05)

 (Daniel Ricciardo - Red Bull Racing Renault RB10)


DOMENICA 16 MARZO 2014 - GRAN PREMIO DI AUSTRALIA

Tredici vetture all'arrivo. Non è un buon inizio per questa nuova Fomula1. 
Poche emozioni, pochi duelli e situazioni stabili fin dall'inizio dove, pare, si sia pensato sostanzialmente a risparmiare e dosare il carburante per arrivare a fine gara. Sembrava più che altro un festival di turisti in agosto in partenza per le vacanze che con quel che costa la benzina puntavano al minimo sindacale. E comunque il mio favorito Lewis Hamilton ha dovuto abbandonare subito la gara, Sebastian Vettel comincia a capire che si fa fatica a guidare una macchina 'normale' che può avere dei problemi ed è inutile che faccia il bambino incazzato dopo il ritiro. 
Complimento a Nico 'Leonardo DiCaprio' Rosberg che domina letteralmente la gara lasciando agli altri le briciole. Già gli altri? E chi sono? Dove sono? Daniel Ricciardo sicuramente ha fatto un'impresa con una Red Bull Racing Renault così così, peccato che ai box abbiano fatto i conti sbagliati e abbiano messo più benzina del consentito: secondo posto annullato ed abbattuto dal nuovo regolamento. 
Peccato, in Australia era già festa nazionale. E poi? Eccola la sopresa. 
Le Mclaren Mercedes sono tornate, sfrecciano velocissime e completano il podio completamente grigio metallizzato. Kevin Magnussen fa le scarpe al veterano Jenson Button e chiudono secondi e terzi. Si vede un pò di rosso ai piedi del podio con Fernando Alonso ma le Ferrai sono ancora molto molto indietro (Kimi Raikkonen settimo alle prese con numerose escursioni sul prato di Melborune). Valtteri Bottas e la sua Williams Mercedes chiudono quinti ma non basta, il podio era a portata di mano se il finlandese non avesse sbattuto contro il muretto. Si conferma Nico Hulkenberg al sesto posto con una bella e veloce Force India Mercedes (un punto anche per Sergio Perez, decimo) e soprattutto merito alla Scuderia Toro Rosso Renault che chiuduno ottavi e noni con Vergne e l'esordiente russo-romano neopatentato Kvyat. Palma dei peggiori alle Lotus Renault, voto zero per una monoposto che assomiglia ad un tricheco e non solo per le forme. 
Voto meno dieci al ritorno in F1 di Kamui Kobayashi che abbatte il solito sfortunato ed incolpevole Massa con un tamponamento come se fossimo sul Grande Raccordo Anulare.
In attesa del prossimo GP in Malesia e sperando in un pò di azione in più, ecco la classifica del GP di ieri con i relativi punti piloti e costruttori. Ci vediamo tra due settimane!
Ed ecco le due monoposto argentate, completate da Jenson Button con l'altra McLaren Mercedes MP4-29, che hanno dominato la prima tappa di questa incredibile avventura.


(Nico Rosberg - Mercedes W05)



(Kevin Magnussen McLaren Mercedes MP4-29)


CLASSIFICA PILOTI

1) Nico Rosberg 25
2) Kevin Magnussen 18
3) Jenson Button 15
4) Fernando Alonso 12
5) Valtteri Bottas 10
6) Nico Hulkenberg 8
7) Kimi Raikkonen 6
8) Jean-Eric Vergne 4
9) Daniil Kvyat 2
10) Sergio Perez 1


CLASSIFICA COSTRUTTORI

1) McLaren Mercedes 33
2) Mercedes 25
3) Ferrari 18
4) Williams Mercedes 10
5) Force India Sahara Mercedes 9
6) Scuderia Toro Rosso Renault 6
7) Sauber F1 Ferrari 0
8) Marussia Ferrari 0
9) Lotus Renault 0
10) Caterham Renault 0
11) Red Bull Racing Renault 0


POLE POSITION

Lewis Hamilton - Mercedes W05 1'44''231

GIRO PIU' VELOCE

Nico Rosberg - Mercedes W05 1'32''478